Che cos’è il sughero? Te lo diciamo noi. Un materiale unico, dalle proprietà uniche e sorprendenti, frutto di milioni e milioni di anni di evoluzione della quercia da sughero. Ma forse, fino ad oggi non eri – e ancora non lo sei – a conoscenza del fatto che sughero e mente umana hanno una stretta correlazione.
Come è possibile? Con la sola evocazione, immaginando di ascoltarne il rumore o di bere una bottiglia di vino chiusa con tappo in sughero.
Ha dell’incredibile, è vero, ma è stato appurato che può avere effetti concreti sul cervello e modificare le nostre personali percezioni. È emerso da uno studio commissionato da Apcor – Associazione Portoghese dei Produttori di Sughero – al Centro di Ricerca di Neuromarketing “Behavior and Brain LabIULM” dell’Università Iulm di Milano.
Cerchiamo di capire meglio la questione.
Sughero e mente umana: come si è svolto lo studio?
Facciamo un passo indietro nella storia della filosofia, citando il famoso filosofo tedesco Immanuel Kant. Lo studioso sosteneva che la realtà non modella la nostra mente su di sé, ma è la mente che plasma la realtà attraverso le forme tramite cui la percepisce. È infatti ormai dimostrato con i fatti il palese legame tra corpo e mente e la capacità di quest’ultima di condizionare le nostre sensazioni.
A questo proposito, gli studiosi del Behavior and Brain LabIULM hanno valutato, tramite varie indagini, la differenza tra l’impatto percettivo provocato dall’apertura di una bottiglia con tappo di sughero e quello di una bottiglia con tappo a vite. Questo per analizzare il modo in cui le condizioni esterne possano contribuire a modificare la percezione dell’effettivo sapore del vino. Lo studio ha dunque ribadito che le previsioni create tramitela messa in funzione di specifiche aree del cervello, le quali ammettono la decifrazione cosciente dei sapori, possono condizionare la percezione gustativa.
I test – suddivisi in uditivi, visivi e gustativi – sono stati condotti su un campione di 32 persone con differenti età, titoli di studio, professioni, redditi economici, ma soprattutto sono stati svolti su diverse tipologie di consumatori di vino.
Gli studiosi, attraverso apparecchiature all’avanguardia, hanno stimolato e registrato le sensazioni dei soggetti:
- L’encefalogramma ha evidenziato l’attivazione cognitiva;
- L’oculometro ha segnalato l’attenzione visiva;
- Infine, la misurazione della micro-sudorazione della pelle ha rilevato l’indice di attivazione emotiva e fisiologica.
Sughero e mente umana, produttori di positività
Dunque, è stato evidenziato come il tappo in sughero generi sempre emozioni positive rispetto al tappo a vite. Secondo i ricercatori, la preferenza attribuita al tappo in sughero si rimanda direttamente al tipo di tappatura che si rifà ad un rituale. Ragion per cui si accosta ad un maggior prestigio del vino, ancora prima di averlo degustato.
Inoltre, lo studio ha rivelato la precisione delle indagini neuro-scientifiche capaci di analizzare e studiare reazioni veritiere e di fornire un minuzioso quadro dei comportamenti di consumo.
Produzione di sughero: uno sguardo verso il futuro
Il tappo in sughero, nonostante le moderne fabbricazioni con materiali artificiali, rimanda le sue origini a tempi piuttosto antichi. Al di là di ciò, però, continua ad essere la migliore tappatura per vini pregiati oltre che ad essere protagonista indiscusso di un continuo crescendo malgrado le avverse condizioni ambientali. A tal proposito, Carlos Veloso Dos Santos, direttore di Amorim Cork Italia, azienda produttrice di tappi di sughero associata ad Apcor ha sottolineato: «Il sughero oggi non è minacciato da altri materiali come alluminio o plastica, bensì dalla scarsità di sughero.»
Infatti, la maggioranza del sughero giunge da foreste spontanee, il cui futuro è messo a repentaglio. Sono causa di ciò i prepotenti cambiamenti climatici, la cui aggressività sfocia nel clima torrido del sud dell’Europa e nella conseguente desertificazione.
Per limitare questo problema e accontentare l’aumento di domanda di sughero, Amorim ha acquistato, in Portogallo, circa 11.000ha di terreno per avviare una sostanziosa coltivazione di querce da sughero. Si presume che entro i prossimi dieci anni la produzione di sughero portoghese subirà un incremento del 30% grazie ai processi di riforestazione.
Un progetto di grande valore e dalla quale la nostra Sardegna potrebbe trarre indubbiamente numerosi spunti per il futuro.
Il sughero: una specie autoctona da curare
Lo stesso Santos ha ribadito che per ottimizzate questo obiettivo è necessario incrementare gli sforzi e far leva sulle specie autoctone. Ma se da un lato c’è il vantaggio che la sughera necessita di poca acqua, dall’altra c’è anche da dire che molti imprenditori rimangono stizziti dalle lunghe attese della quercia. Sono circa 25 gli anni che trascorrono affinché la pianta diventi adulta, anche se ultimamente è stata testata una tecnica di irrigazione goccia a goccia che restringe il processo di maturazione ad otto anni.
Che sia in Spagna, in Portogallo o, meglio, nella nostra amata Sardegna, il sughero rimane sempre un materiale naturale unico, dall’incredibile fascino e versatilità. Nel corso del tempo ha subito diverse mutazioni, ma è solo così che mantiene intatta la sua rarità. Infatti, le foreste di sughera galluresi, da cui prende vita la nostra Sadenda, ne sono la perfetta espressione.
Sadenda è un prodotto unico, nato più di 30 anni fa, divenuto presto un’ottima soluzione di design dal carattere originale, elegante e inconfondibile. Un prodotto dall’anima affascinante, capace di raccontare la storia della Sardegna e del suo straordinario artigianato.
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Tu conoscevi questa fantastica relazione tra il sughero e la mente? Ti ha incuriosito/a il nostro articolo? Discutiamone insieme nei commenti.
