Il tappo in sughero. Un oggetto tanto comune quanto particolare. Un simbolo dell’enologia di tutto il mondo che, però, non sempre è stato apprezzato come oggi facciamo. Nonostante le straordinarie proprietà della materia prima che lo compone, infatti, in molti avevano inizialmente deciso di abbracciare la novità dei tappi sintetici, per poi fare subito dietrofront.
Ma a quando risale la nascita dei tappi in sughero? Quali sono le loro peculiarità e qualità principali? Perché oggi sono così tanto apprezzati?
Ripercorriamo allora la storia di questo utile oggetto, partendo dalle sue origini, per poi arrivare al suo clamoroso successo di oggi. Sarà un viaggio fatto di bottiglie, sostenibilità ambientale e tanti secoli di storia.
Siete pronti? Partiamo subito!
Tappo in sughero: le tappe fondamentali della sua interessante storia
La prima apparizione del tappo in sughero risale all’Età antica. In quegli anni, infatti, i Greci e i Romani, già a conoscenza delle proprietà elastiche del sughero, lo usavano per sigillare adeguatamente le anfore. Con il passare del tempo, però, visto il crescente utilizzo dei barili in legno, preferiti ad altri tipi di contenitori per il trasporto, i tappi in sughero vengono pian piano abbandonati per alcuni secoli.
In Portogallo, intanto, uno dei Paesi in cui la quercia da sughero oggi prospera maggiormente, già intorno al XII secolo venivano emanate delle leggi ad hoc, volte alla salvaguardia delle sugherete.
Dopo il lungo periodo buio, il tappo in sughero rinasce con l’improvviso affermarsi dei contenitori in vetro. Le bottiglie vanno a sostituire così le cosiddette giare in terracotta. Prima solo per quanto riguarda il consumo, successivamente anche per la conservazione. Nel suolo francese, in particolare, il gran ritorno avviene per mano del celebre monaco Dom Pérignon che, nel XVII secolo, progetta un tappo conico adatto a sigillare in maniera ottimale le bottiglie di Champagne.
Ma è grazie all’industrializzazione e alle nuove tecnologie che i tappi spopolano definitivamente. Non a caso, durante il XIX secolo, viene addirittura brevettato un apposito macchinario per la loro realizzazione. Mentre, in contemporanea, in Francia si inizia a creare tappi formati da dischi di sughero incollati uno sull’altro.
Per concludere, dal ‘900 in poi, i tappi di sughero si sono trasformati negli eleganti oggetti cilindrici a cui siamo abituati oggi, fabbricati in diverse dimensioni, in base alle esigenze delle aziende vinicole.
I vantaggi di un tappo in sughero
In passato, i motivi per cui il sughero aveva ottenuto un discreto successo erano principalmente due: la sua elasticità e la sua capacità di essere impermeabile. Oggi, invece, ad essi sono state aggiunte altre motivazioni valide, legate ad altrettante proprietà di questo materiale naturale.
Il tappo in sughero, ad esempio, data la sua ottima traspirabilità, è in grado di far passare gradualmente piccole quantità d’aria all’interno della bottiglia. Così facendo, viene favorito l’affinamento del vino e la maturazione dei diversi aromi caratteristici.
Un altro motivo del suo successo, invece, è strettamente legato all’impatto ambientale. Quando parliamo di sughero, infatti, pariamo di un materiale 100% riciclabile ed ecosostenibile. Durante il suo processo di estrazione, infatti, la quercia non viene affatto danneggiata. Anzi.
La pianta ha la capacità di rigenerare un nuovo strato di sughero e, quando inizia questa fase, assorbe ancor più CO2 del quantitativo solito. Insomma, niente male per la salute dell’ambiente.
Non ci sono dunque grossi dubbi. Le ragioni che testimoniamo il successo del tappo in sughero ci sono, e sono sotto gli occhi di tutti. Soprattutto quelli degli enologi e dei viticoltori. Perfetto per far respirare il vino; ideale per sigillarlo ermeticamente; estremamente sostenibile.
Tappi in sughero: diamo un paio di numeri
Nel 1999, quando venne inventato il tappo sintetico, tutti lo davano spacciato. Invece eccoci qui, oggi, pronti ad esaltare le straordinarie caratteristiche del tappo in sughero. Un’ascesa che non sembra arrestarsi, considerando che, attualmente, oltre i due terzi dei 12 miliardi di bottiglie di vino prodotte sono sigillate proprio con un tappo di sughero.
Addirittura, a causa dell’incremento del consumo di vino, dovuto anche al boom in Cina e Usa, si potrebbe arrivare al punto di non avere abbastanza tappi per accontentare tutti. È questo che spinge le aziende del settore a progettare nuove strategie per ottimizzare la produttività, dando vita inoltre a nuove sugherete. Una politica ambientale, questa, positiva sotto tutti i punti di vista.
Così come risulta essere green anche l’intera industria del sughero, capace di realizzare non solo semplici tappi, ma anche pannelli isolanti e meravigliosi complementi d’arredo, inediti e originali. Il tutto servendosi di processi a bassissimo impatto ambientale.
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