Conosciuta anche con il nomignolo di “regina dei boschi” per la sua imponenza e robustezza, quando parliamo di quercia la prima immagine che ci viene in mente è un solo ed unico maestoso albero con una chioma sempreverde. Dovete sapere che, in realtà, la specie Quercus include più di 400 tipi di quercia differenti, alcuni dei quali con differenze notevoli.
Prima di addentrarci nel cuore del nostro articolo vi sveliamo una curiosità. Nelle antiche culture matriarcali la quercia era associata all’albero della Dea Madre che ospita, nutre e protegge la vita.
Adesso non ci resta che scoprire come riconoscere le varie specie di quercia che formano i sughereti italiani, dove si possono trovare e quali sono le caratteristiche che le contraddistinguono.
Siete pronti? Iniziamo!
Riconoscere una quercia: i tratti distintivi
Durante le escursioni in mezzo ai boschi, o più semplicemente passeggiando in zone rurali, può capitare di ritrovarsi di fronte ad una quercia senza però riconoscere quale tipo di esemplare essa sia. Per cui, da dove iniziare? Innanzitutto dalla loro genealogia.
Le querce, insieme ai compagni castagno e faggio, rientrano nella famiglia delle Fagacee la cui area di produzione spazia dall’emisfero settentrionale, alle zone temperate europee fino a quelle tropicali del Nordafrica e del Sudamerica.
Dopo questa breve spiegazione – di cui abbiamo parlato in maniera approfondita nei precedenti articoli – entriamo nel merito dei tratti distintivi per i quali comprendiamo di essere capitati di fronte a una quercia.
Nel dettaglio sono:
- La corteccia. Dall’aspetto duro e squamoso, generalmente di colore grigio e caratterizzata da fenditure e incavi negli alberi più maturi.
- La ghianda. È il frutto della quercia, rassomigliante a una noce con la differenza che il guscio è legnoso.
- Le foglie lobate. Queste presentano delle dentellature arrotondate o appuntite diramate in linea mediana.
- Le dimensioni della pianta. In linea di massima gli arbusti sono veramente grandi, ma capita di incontrare anche specie di taglia ridotta che non superano i 150 centimetri d’altezza come ad esempio la Quercus Coccifera.
- La struttura della chioma. La ramificazione orienta uno sviluppo in ampiezza generando una forma tondeggiante, a guisa di ombrello o ovale.
Tutti i tipi di quercia, indipendentemente dalle loro diversità, formano una varietà ambientale, forestale e boschiva di alto rendimento. Non a caso, infatti, molte varietà trovano spazio nel settore della silvicoltura per la produzione del legname. Diversa questione è quella degli esemplari più piccoli i quali vengono coltivati a scopo ornamentale in casa o in spazi pubblici per donare un tocco di design, oltre che ombra e riparo, al verde urbano.
Tipi di quercia: bianche e mediterranee
Continuando nel nostro approfondimento, è arrivato il momento di porre il focus su una distinzione fondamentale. In botanica troviamo due gruppi principali: querce bianche e querce mediterranee. Nel primo caso, le zone preferite sono quelle che presentano un clima temperato-umido dove trovano spazio specie come:
- Cerro o quercus cerris;
- Farnetto o quercus frainetto;
- Farnia o quercus robus;
- Rovere o quercus petrae.
All’opposto, le seconde trovano il loro habitat ideale nella macchia mediterranea poiché le zone boschive sono caratterizzate da estati calde e secche e inverni miti e meno rigidi. Nel nostro continente, la specie più conosciuta di questa tipologia è il leccio o quercus ilex, un arbusto sempre verde, longevo e dalla forte sopravvivenza in suoli particolarmente aridi.
Altri esemplari tipici dell’ambiente mediterraneo sono:
- Fragno o quercia macedone o quercus trojana;
- Quercia castagnara o quercus virgiliana;
- Roverella o quercus pubescens;
- Quercia Spinosa o quercus coccifera;
- Quercia Sughera o quercus suber;
- Quercia Vulcanica o quercus vulcanica;
- Quercia vallonea o quercus ithaburensis macrolepis.
Tipi di quercia italiane: classificazione e caratteristiche
Abbiamo espresso più volte e ribadiamo ancora oggi che le querce sono tra gli alberi più diffusi nella bella penisola italica. Con il 40% dei suoli ricoperti, rappresentano un prezioso gioiello del patrimonio boschivo italiano. Alcune specie vegetano solo ed esclusivamente in ambienti mediterranei, mentre altre in aree collinari o pianeggianti come la padana.
Qui di seguito vi elenchiamo gli 8 principali esemplari che potreste facilmente incontrare nei boschi italiani e i diversi tratti distintivi da tenere in considerazione per identificarli.
1. Farnia o Quercus robur
Come riconoscere le farnie? Non dovrete far altro che osservare con cura le foglie di quercia che in questo caso saranno lobate, con un picciolo piuttosto corto e un ricciolo nella parte inferiore.
In inverno vi suggeriamo di prestare attenzione anche alla conformazione del tronco. Sarà molto rugoso con incisioni piuttosto evidente, mentre i rami sacrammo carichi di ghiande dalla forma fusiforme e con un lungo asse floreale.
2. Tipi di quercia: rovere o Quercus petrae
Il rovere assomiglia molto alla quercia comune con la differenza che la foglia è più larga e con lobi arrotondati. Nel caso della corteccia, invece, il colore grigio e le più grandi dimensioni differiscono da quelle del leccio, mentre la ghianda ha caratteristiche simili a quelle della farnia, ma senza il peduncolo.
3. Leccio o Quercus ilex
Il leccio è indubbiamente tra i tipi di quercia più diffusi in Italia ed è anche la specie più facile da identificare, indipendentemente dalla fase di sviluppo, grazie alle singolari caratteristiche del fogliame.
Negli esemplari giovani risulta, infatti, spinoso e con superficie ruvida al tatto. Al contrario, negli adulti è più larga, con margine quasi interamente liscio e nervatura lineare al centro. Invece, la corteccia è sottile, grinzosa e di colore scuro e una volta che l’albero raggiunge lo stadio di invecchiamento si formano delle fessure simili a piccole squame rettangolari.
4. Quercia rossa o Quercus rubra
La quercia rossa è un esemplare originario del Nordamerica, ma che è riuscito ad adattarsi anche agli habitat alpini e padani della Penisola.
Le foglie sono abbastanza grandi, con lobi dentellati e appuntiti, mentre il frutto è simile a una trottola con forma a basco.
5. Tipi di quercia: cerro o quercus cerris
Se nelle precedenti specie ci siamo focalizzati maggiormente sulle caratteristiche delle foglie, nel caso del cerro – non presentando tratti distintivi rispetto alle altre querce mediterranee – ci baseremo sull’analisi della corteccia. La stessa ha un colore grigio-brunastro esternamente, mentre all’interno delle scanalature del tronco diventa rossastra.
Un’altra chicca per riconoscerlo è data dalla capsula che custodisce la ghianda poiché dotata di filamenti bianchi e sporgenze alla base.
6. Quercia coccifera o Quercus coccifera
La coccifera è una quercia aquifolium sempreverde. Cosa vuol dire questo? Significa che a differenza di altri esemplari si diversifica per le foglie spinose simili a quelle dell’agrifoglio, da cui si scostano solo per il colore verde meno intenso e incline al giallo.
Le ghiande sono analoghe a quelle del cerro, ma con la peluria dell’involucro esterno appena visibile.
7. Quercia lusitana o Quercus faginea
La lusitana si può riconoscere senza sforzo dalla corteccia spessa e ben in rilievo che rimanda pressappoco a quella della quercia da sughero, ma con foglie perenni simili a quelle del rovere.
8. Quercia sughera o Quercus suber
La nostra amata sughera o quercus suber – come suggerisce il nome – è coltivata nella maggioranza per la produzione di sughero, per cui la potrete facilmente riconoscere dalla corteccia spessa e rugosa.
In aggiunta, la foglia è coriacea ed anche spinosa, avvicinandosi vagamente a quella del leccio con la differenza che quella della sughera presenta una nervatura centrale più curvilinea.
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E tu sei un amante di botanica? Conoscevi tutti i tipi di quercia esistenti? Parliamone insieme nei commenti.